venerdì 28 marzo 2008

Ma, Soltanto non sarebbe

Queste due poesie le ho lette stamattina dal libro che mi ha regalato la mia collega Chiara. Il libro si chiama E' quel che è, poesie d'amore, di paura, di collera di Erich Fried.

MA
La prima volta mi sono innamorato
dello splendore dei tuoi occhi
del tuo riso
della tua gioia di vivere

Adesso amo anche il tuo pianto
e la tua paura di vivere
e il timore di non farcela
nei tuoi occhi

Ma contro la paura
ti aiuterò
perché la mia gioia di vivere
è ancora lo splendore dei tuoi occhi

SOLTANTO NON SAREBBE
La vita
sarebbe
forse più semplice
se io
non ti avessi mai incontrata

Meno sconforto
ogni volta
che dobbiamo separarci
meno paura
della prossima separazione
e di quella che ancora verrà

E anche meno
di quella nostalgia impotente
che quando non ci sei
pretende l'impossibile
e subito
fa un istante
e che poi
giacché non è possibile
si sgomenta
e respira a fatica

La vita
sarebbe forse
più semplice
se io
non ti avessi incontrata
Soltanto non sarebbe
la mia vita

martedì 25 marzo 2008

Il ritorno dell'Australosisotto

Oggi un bel post il mio amico Sisotto se lo merita tutto. L'ho visto arrivare dall'angolo, abbronzato, con la sua classica camminata sisottiana. Mi sembrava di averlo lasciato il giorno prima anche se era oltre un anno che non lo vedevo.

L'ho visto sereno, positivo, equilibrato. Ho capito che il coraggio lo ha premiato, gli ha reso giustizia il suo abbandonare una vita che gli stava stretta. In pochi minuti ho visto un nuovo sisotto, non più tormentato dal domani, ma preoccupato di vivere serenamente il presente. Gli ho raccontato la mia vita, cambiata così velocemente. Ma lui aveva già letto tutto nei miei occhi. Perché agli amici non puoi nascondere niente, men che meno la serenità e la felicità per una vita bella e piena.

MATTONCINO è la parola che lego al mio incontro con Siso. E' una parola che piace a tutti e due e che descrive bene le nostre vite, così lontane ma così simili: vissute in modo diverso, ma con la fatica, la speranza e la voglia di costruire qualcosa, di guardare avanti senza paura.

Bentornato a casa, amico mio.

P.S.: la vita è una grande maestra. Perché poche ore dopo l'incontro con Sisotto, ho dovuto combattere contro la stupidità umana. Immensa e sempre viva oltre che faticosa da combattere. Ma ringraziando Dio, come dice la mia amica Denise, "Quando sei vero, sei sempre dalla parte della ragione".

giovedì 20 marzo 2008

...dalle ceneri

Quando ho deciso di chiamare il mio blog l'Araba fenice vivevo un periodo difficile. Poi, il periodo difficile è passato e quel nome mi piaceva sempre più: l'animale mitologico che risorge dalle sue ceneri, con un retrogusto harrypottiano era quello giusto per questo blog. Solo che è proprio difficile rinascere dalle ceneri. Oggi è una giornata strana. Il cielo, ora che si sta facendo notte, è rosa. Ma è piovuto, c'è stato il sole. Ho preso la grandine per seguire un picchetto antisfratto. Ho incontrato don Gennaro, il prete che ha sposato i miei e che mi ha battezzato: mi ha fatto tanto piacere rivederlo. Poi ho avuto mal di testa, anche perché per fare meglio, ho fatto una cazzata. Mi sono pentita, ho chiesto scusa e so che quell'episodio è già passato, dimenticato. Ma io faccio fatica a passarci sopra, perché sapere di far soffrire chi amo mi fa impazzire. Ma passerà. Come le nuvole che minacciano il tramonto di questo giorno strano.

Piccola, grande Lazio

Vincere un derby di per sé è sempre una cosa fantastica. Ma vincerlo ora, quest'anno, è stato ancora meglio: loro lanciati in Campionato e in Champions, noi con un piede nella fossa. Qua, nella foto accanto, due dei protagonisti di una notte bella, immensa. Bella partita, intensa, giocata e iniziata con un bel gesto di Totti e Rocchi, sotto la Nord per ricordare Gabriele Sandri e con le due curve che cantavano unite per il giovane tifoso biancoceleste. Un segno di civiltà, anche la presenza del papà di Gabbo in curva Sud, dato da due tifoserie sempre nell'occhio del ciclone.

Al gol di Behrami, l'ultimo, alla fine, quasi non ci credevo. Vittoria inaspettata, ancora meglio assaporata. C'ho fatto pure la rima. E che ieri guardare la Lazio giocare (e vincere), così come guardare le facce dei romanisti uscire dal campo a testa bassa, era come leggere una poesia. Mi tengo questa emozione, lascio agli altri il Campionato, l'Europa e i sogni di gloria.

domenica 16 marzo 2008

A te, ai miei respiri, ai tuoi occhi

A te che sei l’unica al mondo/ l’unica ragione per arrivare fino in fondo ad ogni mio respiro quando ti guardo dopo un giorno pieno di parole/ Senza che tu mi dica niente tutto si fa chiaro

A te che mi hai trovato all’ angolo coi pugni chiusi/ con le mie spalle contro il muro pronto a difendermi /con gli occhi bassi stavo in fila con i disillusi tu mi hai raccolto come un gatto e mi hai portato con te

A te io canto una canzone/perché non ho altro niente di meglio da offrirti di tutto quello che ho prendi il mio tempo/ e la magia che con un solo salto ci fa volare dentro all’aria come bollicine

A te che sei semplicemente/ sei sostanza dei giorni miei sostanza dei giorni miei

A te che sei il mio grande amore ed il mio amore grande/ A te che hai preso la mia vita e ne hai fatto molto di più/ A te che hai dato senso al tempo senza misurarlo a te che sei il mio amore grande ed il mio grande amore

A te che io ti ho visto piangere nella mia mano fragile che potevo ucciderti stringendoti un po’ e poi ti ho visto con la forza di un aeroplano prendere in mano la tua vita e trascinarla in salvo

A te che mi hai insegnato i sogni e l’arte dell’avventura/A te che credi nel coraggio e anche nella paura

A te che sei la miglior cosa che mi sia successa /A te che cambi tutti i giorni e resti sempre la stessa/ A te che sei semplicemente sei sostanza dei giorni miei sostanza dei sogni miei

A te che sei essenzialmente sei sostanza dei sogni miei/ sostanza dei giorni miei

A te che non ti piaci mai e sei una meraviglia/ le forze della natura si concentrano in te/ che sei una roccia sei una pianta sei un uragano sei l’orizzonte che mi accoglie quando mi allontano

A te che sei l’unica amica che io posso avere/ l’unico amore che vorrei se io non ti avessi con me

A te che hai reso la mia vita bella da morire, che riesci a render la fatica un' immenso piacere

A te che sei il mio grande amore ed il mio amore grande/ a te che hai preso la mia vita e ne hai fatto molto di più

A te che hai dato senso al tempo senza misurarlo/ a te che sei il mio amore grande ed il mio grande amore

A te che sei, semplicemente sei sostanza dei giorni miei, sostanza dei sogni miei/ e a te che sei, semplicemente sei, compagna dei giorni miei/ sostanza dei sogni miei


la sostanza del post è tutta chiusa in questo testo, da leggere tra le righe e tra i battiti del cuore, tra gli sguardi che si proiettano solo avanti e che danno senso a tutto. Perché un solo battito di un cuore innamorato può dare senso a una vita intera.

lunedì 10 marzo 2008

Alla ricerca del voto perduto

Quando ho saputo che la mamma di Valerio Verbano è la capolista per il Campidoglio della Sinistra arcobaleno, ho avuto un moto di risentimento. Lo stesso, per capirci, che mi era venuto qualche domenica fa quando al Palalottomatica Veltroni fece abbracciare la signora Rina, mamma di Valerio appunto e Gianpaolo uno dei fratelli Mattei. Ecco, queste cose io non le tollero proprio. Perché dietro la falsa bandiera del: facciamo pace con la memoria, riscopriamo la verità, io ci vedo solo una semplice ricerca del voto perduto. Credo, per carità, alle buone intenzioni di chi vuol capire perché un ragazzino di 19 anni è stato ammazzato con un colpo alla schiena dentro casa sua o perché due fratelli sono stati bruciati vivi nel rogo della propria abitazione. Credo però che ci voglia rispetto, per quei morti (e non sono stati, purtroppo solo tre in quegli anni bui) e per le loro famiglie. Fa bene la signora Rina, a 80 anni portati con dignità e dolore a non fermarsi e a continuare la sua entenuante ricerca della verità sulla morte di Valerio. Forse stando in consiglio comunale riuscirà a far sentire la sua voce, a capire qualcosa di più di quell'omicidio. Spero solo che la politica non le rubi la speranza di capire, un giorno, perché.

domenica 2 marzo 2008

...che ad ogni meno c'è sempre un più

Leggevo il blog della mia amica Veronica, che riportava una frase di Silvia, quando nell'ultima riga dell'ultimo post ho trovato questa citazione. "...a ogni meno c'è sempre un più". A parte il rigurgito di nostalgia domenicale che va da sé, fa parte del copione, l'ho eletta frase della settimana.

Parlavo, proprio nel pomeriggio, con una persona delle nostre sicurezze, delle titubanze, di quello che ci fa bene. Ecco, un principio come questo, applicato a quello che ci accade va benissimo. Perché di momenti bui, anche semplicemente frutto di una bella incazzatura possono stravolgere il senso della giornata e offuscare anche quello che c'è di buono. Invece, se io, nel momento in cui perdo le staffe applicassi il principio del "per ogni meno c'è sempre un più" non mi resterebbe che aspettare di capire dove tirare fuori il segno positivo.

Una bella ode alla positività. Per chiudere una settimana e iniziarne una nuova, mi sembra il modo migliore.

P.S.: giuro, non farò più passare un mese per tornare a scrivere...