mercoledì 28 maggio 2008

Le sere di primavera

Che belle le sere di primavera. Anche oggi che il cielo si sta caricando di pioggia.
Sono belle perché calde, con le finestre aperte e la brezza che muove le tende. Si sente il gelsomino e mi ricordo del giardino della casa vecchia, il limone e i geranei. Gli odori delle cene pronte dalle cucine spalancate, le tv accese, il chiacchiericcio della gente dalle tavole della cena. Il cielo resta chiaro fino a tardi, che viene voglia di non chiudere le persiane. Il pavimento del terrazzo è ancora caldo, dopo la giornata passata sotto il sole cocente. Le rose riprendono fiato, dopo l'afa. E il silenzio profumato è il più bel regalo in queta sera di primavera.

domenica 25 maggio 2008

Vivere e saper vivere

C'è una differenza tra il vivere e il saper vivere.

Inizio dalla seconda. Saper vivere, da quanto vedo, è capire come va il mondo, interpetarlo e comportarsi di conseguenza. Chi sa vivere, non si cura molto degli altri. Non ha tempo. Sa però uscire a testa alta da ogni situazione, anche da quelle ostili a se stessi. Si sa districare con maestria, non ha sensi di colpa, né si cura di mettere amore in quello che fa. L'importante è saper vivere, trovare una collocazione. Tanto poi, a mantenerla ci pensa il menefreghismo acuto di cui i sapienti del vivere sono impastati.

Vivere è uguale a ricercare. E, in un certo senso, a non arrivare mai. Perché chi cerca, sempre e comunque, lo fa per migliorarsi, perché si guarda allo specchio e capisce che così non va. Bisogna crescere. E allora vai con i sensi di colpa, le angosce per ogni ostacolo (o presunto tale), la paura di non farcela, di doversi giustificare. In questa categoria, gli esseri umani hanno una caratteristica di rilievo: pensano troppo. Quel cervello sempre in funzione, pieno di pensieri, opere e omissioni. Che gira, gira, gira...senza fermarsi mai. Nemmeno quando apri gli occhi la mattina e pensi già a ciò che ti aspetti.

Il dubbio che ho è questo: chi vive meglio? I sapienti o i ricercatori?
Io che sapiente non sono e che, ringraziando Dio, conosco più ricercatori, posso dire che forse vivono meglio loro. Ma la differenza tra noi e loro è la qualità. Noi siamo gente di sostanza, che guarda dentro le cose. Diciamo che guarda sempre dentro: ai fatti, alle persone, ai luoghi. E gli sguardi finiscono le grande calderone della ricerca: elementi utili a delineare le belle persone che siamo.


Ps: è un post un po' autereferenziale e chiedo venia. Ma ultimamente i sapienti mi hanno un po' rotto le scatole. Così come i rovinavite.

martedì 20 maggio 2008

Provate a immaginare

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento perchè rubacchiavano.

Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perchè mi stavano antipatici.

Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.

Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente perché non ero comunista.

Un giorno vennero a prendere me e non c'era rimasto nessuno a protestare.

(Bertolt Brecht)



Questo testo me lo ha segnalato Ofelia. Mi è piaciuto molto e allora l'ho messo sul blog.

giovedì 15 maggio 2008

D eci e lode per l'Araba fenice!

E' con grande gioia e anche un po' di emozione, che annuncio l'assegnazione al mio blog, di un premio da parte del mio amico giornalaio: il premio D eci e lode.

L'emozione è tanta, ma faccio comunque qualche ringraziamento:
- Al mio giornalaio, perché me lo ha assegnato per un motivo molto bello: siamo lontani, ci conosciamo relativamente da poco, ma uno dei miei amici più cari;
- A chi cammina con me senza tempo e senza spazio che è lo stesso che dà senso a tutto;
- A Ofelia con la quale condivido molto più di titoli e occhielli e che spero presto lasci un post sull'Araba fenice;
- Ai rovinavite: ci provano sempre ma non ci riescono mai!
- A chi legge questo blog: forse sono in pochi, forse sono in tanti. Ma non importa la quantità, bensì la qualità. E da questo punto di vista l'Araba fenice conta un indice qualitativo molto alto;
- Agli altri amici che hanno un blog: perché lasciare una buona traccia nel web è sempre una gran cosa.

E infine, secondo le regole del premio, devo riassegnarlo a mia volta. Allora, il premio D eci e lode lo assegno alla mia amica Silvia e al suo blog dei pensieri malaussèniani.
Motivazione: il suo diario è un concentrato di pensieri e ragionamenti che condivido e che hanno il profumo delle donne di un tempo, messi neo su bianco con una scrittura d'altri tempi. E poi perché è l'unica matta con la quale ho uno scambio epistolare. Sì, proprio epistolare: no e-mail, carta e penna, inchiostro e ceralacca. Eh sì, una donna di altri tempi!



IL PREMIO D ECI E LODE

Che cos'è?
"D eci e lode" è un premio, un certificato, un attestato di stima e gradimento per ciò che il premiato propone.

Come si assegna?
Chi ne ha ricevuto uno può assegnarne quanti ne vuole, ogni volta che vuole, come simbolo di stima a chiunque apprezzi in maniera particolare, con qualsiasi motivazione sempre che il destinatario, colui o colei che assegna il premio o la motivazione non denotino valori negativi come l'istigazione al razzismo, alla violenza, alla pedofilia e cosacce del genere dalle quali il "Premio D eci e lode" si dissocia e con le quali non ha e non vuole mai avere niente a che fare.

Le regole.
1. Esporre il logo del "Premio D eci e lode", che è il premio stesso, con la motivazione per cui lo si è ricevuto. E' un riconoscimento che indica il gradimento di una persona amica, per cui è di valore (nel post originario c'è il pratico "copia e incolla");
2. Linkare il blog di chi ha assegnato il premio come doveroso ringraziamento;
3. Se non si lascia il collegamento al post originario già inserito nel codice html del premio provvedere a linkarlo (nel post originario c'è il pratico "copia e incolla");
4. Inserire il regolamento (nel post originario c'è il pratico "copia e incolla");
5. Premiare almeno 1 blog aggiungendo la motivazione.Queste regole sono obbligatorie soltanto la prima volta che si riceve il premio per permettere la sua diffusione, ricevendone più di uno non è necessario ripetere le procedure ogni volta, a meno che si desideri farlo. Ci si può limitare ad accantonare i propri premi in bacheca per mostrarli e potersi vantare di quanti se ne siano conquistati. Si ricorda che chi è stato già premiato una volta può assegnare tutti i "Premio D eci e lode" che vuole e quando vuole ( a parte il primo), anche a distanza di tempo, per sempre. Basterà dichiarare il blog a cui lo si vuole assegnare e la motivazione. Oltre che, naturalmente, mettere a disposizione il necessario link in caso che il destinatario non sia ancora stato premiato prima.

lunedì 12 maggio 2008

I rovinavite

E' un mestiere difficile quello dei rovinavite. Devi essere altamente specializzato, non avere cuore, essere arido e un grandissimo figlio di puttana. E ce ne sono tanti in giro. Sono lì, restano in silenzio, come i serpenti, strisciando attorno alla preda senza farsi vedere, aspettando un momento che sia quello buono, per attaccare la vittima di turno. Perché per scegliere la vittima non c'è un criterio preciso, visto che tutti siamo degli agnelli da sacrificare, basta solo aspettare il proprio turno. Non serve farsi gli affari propri, stare a posto con la coscienza. No, a loro non importa. Sono nati per fare i rovinavite, figuriamoci...Provano piacere a vedere le esistenze degli altri accartocciarsi, soddisfacendo i loro desideri.
Un po' come i mangiamorte di Harry Potter: ti succhiano via l'anima, lasciandoti senza speranza. L'antidoto contro i mangiamorte è un pensiero felice: quando si avvicinano per darti il bacio della morte, basta che tu pensi a qualcosa di bello, di positivo. E loro se ne vanno, lasciandoti l'anima.

E dato che di pensieri belli io ne ho un sacco, ma proprio tanti, stavolta i mangiamorte cambino giro. Stiano lontani da me, anzi, no. Che vengano. Provino a darmi il bacio della morte...li aspetto. Anzi, li sto aspettando. E non faccio altro che pensare alla mia vita, che è talmente piena di benedizioni che non c'è bisogno di andare a cercare lontano un pensiero bello. E poi, alla fine, la ruota gira, eccome se gira...