martedì 28 agosto 2007

Eccolo qua, il vento nuovo




Ha iniziato a tirare un vento nuovo, di quelli che ti scompigliano i capelli. Quando mi è stato comunicato che la mia nuova sede lavorativa sarebbe stato il mio domicilio e quel domicilio corrisponde a casa mia, quella vera, nella piazzetta di Torre dell'Orso c'era parecchio vento. Tenevo gli occhi socchiusi, per cercare di capire bene quello che mi stava dicendo la persona che era al telefono con me. Torno a casa, ho pensato e ho detto a Sara (nella foto qua a fianco), prima che lei mi travolgesse con un abbraccio. E anche quando l'ho detto a Leyla (a letto che sudava come pochi per il febbrone che s'era presa...), a Davide, a Claudio e Francesco mi hanno detto: bentornata a casa. Allora ho ripensato quando questo vento che quel giorno mi ha scompigliato i capelli, il vestito e la vita mi sembrava lontano. Quando, anzi, mi è sembrato che all'improvviso non tirasse più alcun vento. Che tutto fosse fermo, perduto. Invece eccolo qua, questo benedetto vento. Non ha smesso di soffiare, perché deve ancora pulire bene l'aria, ma intanto qualcosa sta cambiando.
E sono sicura che non è un caso che abbia iniziato a soffiare proprio nel Salento (chi non c'è mai stato, vada: è un angolo di paradiso), con i miei amici. La loro pazienza, quando il cellulare squillava in ogni momento, a tutte le ore, è stata degna di Giobbe. Così come il loro affetto, infinito, nel sopportare e sostenere i miei cambi di umore, la preoccupazione che diventava gioia e poi di nuovo giù, nel baratro. Vorrei ringraziarli veramente, ma non saprei come esprimere quello che ha significato per me averli accanto, poter festeggiare con loro. Anche ai giornalisti, ogni tanto, mancano le parole.


venerdì 17 agosto 2007

Leyla e la vigilia della Bear's Tower

La prima volta che ho visto Leyla è stato quealche anno fa, nei corridoi della Lumsa. Ma non c'avevo mai parlato. Poi, con Lumsa News e i 24 mesi di praticantato, l'ho conosciuta e siamo diventate inseparabili. "I due carabinieri", ci chiama ancora Paoluzi, un po' perché giravamo sempre in due, un po' per il carattere molto simile. E dato che manca così poco alla partenza della nostra vacanza, all'avvio della Bear's Tower (per la quale, se non c'era Leyla...) voglio lasciare anche il suo segno sul mio bel blog. Eccola qui, nella foto accanto, nell'estate di due anni fa. Insieme abbiamo condiviso praticamente tutto degli ultimi tre anni: esami, laurea, praticantato, lacrime, gioie, cuori spezzati, giornate di frenetico shopping (le nostre preferite). Ci mancava solo una vacanza. Eccola. Tra qualche ora inizia il ritiro a casa sua, dove i sei della Bear's Twer operation si ritroveranno per poi, domani mattina, mettersi in macchina e raggiungere il Salento.

mercoledì 8 agosto 2007

Un pezzo della vita mia, una settimana dopo

E' passata una settimana dal mio ultimo post. Da quel giorno (io e i miei 136 colleghi di Epolis) siamo diventati Cigs. E in una settimana sono cambiate tante cose. Ho provato più volte ad aprire il blog per scrivervi qualcosa. Ma non riuscivo. Stasera, invece, le parole scorrono da sole.

Sono a casa, a Genzano e non più a Brescia. Ho impiegato una settimana per ambientarmi, oltre che per capire quel che stava succedendo. In una settimana durante la quale ho fatto fatica pure a ritrovare un sonno sereno. Ho dovuto sbrigare un po' di pratiche, mandare fax, fare bonifici. Ora sono qui. Sto riprendendo il ritmo del respiro giusto, come quando finisce una grande corsa. Sto decomprimendo il cervello, cercando di farlo riposare. Ho ripreso contatti con il mio mondo e ho notato che è sempre quello. Mi ha aspettato, non si è mosso mica tanto. Ho riscoperto la familiarità con la mia casa, la mia stanza, il mio armadio (ma quanti vestiti ho comprato con un anno e mezzo?!). Insomma, mi sono ripresa un po' la ia dimensione. Però mi manca quel pezzo della vita mia, come dice sempre Daniela Amenta. Mi manca Rossella, e pure Nino (e pure Spino, ovvio!). Mi mancano i nostri appuntamenti alle 11.10 al Duomo, le nostre chiacchierate, le infinite passeggiate e i discorsi che non finivano mai. Le cene, le diete, i gelati e le pizze. Ma anche la nostra amicizia costruita nella quotidianità, cementificata dalle ore passate in redazione. Mi manca anche quella, con il mio tavolo, il computer, l'angolino con le foto di Di Canio e della curva Nord. Mi manca l'aria viziata, Tortelli che si lamenta e la Pierucci che lo insegue. Bacca con lo sguardo sulla sua pagina e la sigaretta tra le labbra. E Denise al telefono che combatte le sue battaglie sulla linea Brescia-Bergamo. Per un anno e mezzo tutto questo (e molto altro) è stato la mia quotidianità, un pezzo della vita mia, appunto. Ora si cambia, ma quello che è stato resta. E ora, in questa sera un po' fresca, sento un pizzico di nostalgia e i pensieri vanno da soli. Ma sono anche molto serena. La mia estate è appena iniziata.

mercoledì 1 agosto 2007

La domenica del villaggio













Metti una bella domenica di agosto, con tanto sole e un bel vento. Metti due padovani (Sebastiano è di Padova?!), una vicentina e due laziali. E metti le montagne verdi di Tremosine e le spiagge ciottolose del lago di Garda. Metti anche un gardesano di Salò, impegnato "istituzionalmente" fino a sera, ma che fa parte del gruppo. Ecco, unisci questi elementi e avrai il risultato di una domenica quasi in famiglia, e dico quasi perché nessuno di noi ha legami di parentela. Ma facciamo parte di quella bella rete sinergica e positiva messa in piedi dopo un anno e mezzo di Epolis. Perché il bello di essere Epolidi è anche questo: uniti dallo stesso destino di fare un pezzo di strada insieme, condividendo il lavoro, il giornale, le idee, i pregi e le virtù, ma anche una domenica al lago tra amici.