martedì 24 luglio 2007

sull'araba fenice e sui milioni di euro...

"Il simbolo del Pellicano che nutre i suoi piccoli con il sangue che sgorga dal suo petto è l’immagine dell’amore paterno. Per questa ragione l’iconografia cristiana ne ha fatto l’allegoria di Cristo che sulla Croce venne trafitto al petto perdendo sangue e acqua fonte della vita per gli Uomini. Il sangue scaturente dal petto del Pellicano è, per l’Ars Symbolica, la forza spirituale che alimenta il lavoro dell’alchimista che con grande amore e sacrificio conduce la ricerca della perfezione. Nell’iconografia alchemica il Pellicano simboleggia un particolare vaso nel quale veniva riposta la materia liquida da distillare.La simbologia del Pellicano fu impiegata in molteplici significati fra cui quello della Pietra Filosofale, dell’interesse non egoistico all’ascesa verso la purificazione e nel rito massonico scozzese l’uccello indicava il grado di Rosacroce, anticamente definiti «Cavalieri di Rosa Croce».
Il simbolo della Fenice trova le proprie origini nell’antico Egitto ove assumeva il significato solare associato alla città di Heliopolis. In essa veniva onorato il dio Sole che ogni giorno sorgeva e tramontava. La Fenice rappresenta spesso la fase finale del processo alchemico e gli alchimisti in questo uccello riposero il significato della spiritualizzazione completa, della rinascita della personalità risultato finale della Grande Opera. Secondo un mito greco, rifacentesi ad uno più antico egizio, la Fenice risorgeva dalle ceneri della sua pira ogni cinquecento anni e tale leggendaria immagine di longevità ed immortalità costituì, durante il Medioevo, un parallelo con l’immortalità e la resurrezione di Cristo dal Santo Sepolcro. Nell’opera l’iconografia dell’uccello viene dopo quella del Pellicano non solo nel rispetto della successione delle fasi alchemiche, ma anche nel significato rispetto a quello che lo precede. Infatti la sua capacità di ricrearsi acquisisce il significato divino nei confronti di quello umano del Pellicano. Il magnifico aspetto rosso dell’uccello (‘fenice’ deriva da una parola greca che significa ‘rosso’) evoca il fuoco creatore capace di dissolvere le tenebre della notte simboleggianti la condizione della morte, del peccato, dell’anima liberata dalla natura umana che l’opprime. Il simbolo alchimistico è molto diffuso e viene spesso impiegato per raffigurare la proprietà della Pietra Filosofale capace di moltiplicare e aumentare la quantità d’oro ottenibile dalla trattazione della vile materia prima. Nel lato sinistro della tavola la Fenice è riprodotta come simbolo maschile che protegge i due elementi fuoco e aria contenuti nelle due sfere sotto le sue ali".

Questo testo me lo ha girato Marco, che prima di essere uno dei miei migliori colleghi è un caro amico. Ecco perché, certe volte, quando penso che il mondo Epolis possa fermarsi, mi arrabbio. Perché ha creato una sinergia tra alcuni di noi unica. Perché trovarsi ogni giorno fianco a fianco a tirare su notizie, pensare il giornale, vederlo crescere ora dopo ora, provare l'emozione unica di costruirlo, pagina dopo pagina, mettendo insieme le nostre capacità ma anche i nostri limiti, cementifica, rende migliori. Perché basta una telefonata per far ritrovare insieme dieci disperati davanti a una pizza, girando su e giù per il lombardo-veneto alle 3 del mattino. Solo chi l'ha provata può capire quella solidarietà profonda di chi vive 12 ore al giorno insieme. Si diventa un po' fratelli, un po' amici, un po' vicini di casa, un po' conviventi. Ecco perché nemmeno mille milioni di euro bastano per ripagarci di tutto questo.

2 commenti:

the magician ha detto...

A Rossiiii!!! A lazialeeee! Anvedi chi cce stà aò...ciao Marta, grande blog: anche un tuo ormai ex collaboratore sportivo resiste, stiamo resistendo tutti sperando che abbia un senso farlo. Ne parlo anche io su http://bertanove.spaces.live.com/
Così capisci chi sono...ciao, buone vacanze

PDM ha detto...

Ciao Martuccia!
Bella la metafora del pellicano e soprattutto la tua spiegazione! Bacio, Pdm!