domenica 20 luglio 2008

Vergogna.

Accade di domenica, quando la gente sfiancata da un luglio che pare non voler finire mai, trascorre qualche ora sulla spiaggia. Accade che quattro piccole rom devono vendere braccialetti e collanine su quella spiaggia napoletana. Accade che anche loro, sfiancate dal lavoro e dal caldo, vogliono farsi un bagno. Non hanno il costume e allora si buttano in mare vestite. Forse non sanno nuotare, perché al campo rom di Scampia non te lo insegnano. Forse non sapevano che quando c'è il mare grosso e non sai nuotare è pericoloso. Si sono tuffate. E il mare grosso se l'è trascinate dentro. Due bagnini riescono a tirarne fuori solo due, le altre non ce la fanno e vengono ripescate a un centinaio di metri dalla riva. E qui accade l'inimmaginabile. Perché i due cadaveri restano per alcune ore sulla spiaggia, coperti da un telo da mare, senza che nessuno muovesse un dito. Restano sulla spiaggia, mentre la gente continua a leggere il giornale, a mandare sms, a chiacchierare come se niente fosse. In fondo, sono solo due rom che forse infastidivano pure. Per carità, poverine, ma peggio per loro.

Laura Boldrini, portavoce dell'alto commissariato dell'Onu per i rifugiati si chiede: «Si sarebbe tenuto lo stesso comportamento se si fosse trattato di due bambine italiane? Come possibile che le persone non danno più spazio alla commozione, di fronte ad un dramma simile?».

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