giovedì 24 luglio 2008

Il vento, sempre lui

Era un po' che non soffiava così forte. Quasi me l'ero dimenticato. E invece eccolo qua, forte e prepotente come sempre. E per introdurre questo post uso le parole del mio amico Giornalaio: se leggete, non fate finta di non averlo letto.

Il vento, dicevo. Ha scompigliato un po' di carte, e spesso questa non è una brutta cosa. Ha toccato nervi scoperti, ha risvegliato animi indolenziti dalla vita, ha oliato ingranaggi arrugginiti dall'appannaggio di una calma apparente. Ho provato a tenere ferme le carte che volavano via a ogni folata, c'ho messo impegno, ho faticato non poco. Invece, niente. Ha vinto ancora lui. Forse non mi sono impegnata abbastanza, mea culpa, forse doveva andare così. Forse qualche cartaccia qua e là può rivelarsi documento interessante. E se nemmeno quella servirà a riempire caselle vuote, pazienza. La cosa bella delle giornate ventose è che alla fine il cielo è azzurro, limpido. E l'aria più pulita.

Un post palloso, me ne dolgo per chi è incappato in questo poco inchiostro versato.

2 commenti:

Andrea Pancotti ha detto...

è sempre un piacere leggerti ;-)

Sylvie Malaussène ha detto...

Siamo dei giganteschi vasi di Pandora con coperchi piccoli e leggeri. Se il vento è forte basta un sola folata e il nostro io esce fuori in tutta la sua complessità. Marti, lascia che il vento faccia ciò per cui è stato creato, permettigli di scatenare le nostre confusioni. La cosa meravigliosa è che, a differenza di altri, noi saremo sempre vasi stracolmi di emozioni e poesia. Il guaio è essere vasi vuoti, il cui cadere non rovescia mai nulla...