
Ho avuto chiodi e schegge e tavole sconnesse, e tratti senza tappeto:nudi.
Ma sempre continuavo a salire, raggiungevo un pianerottolo, svoltavo un angolo, e certe volte entravo nel buio dove non c'era luce.
Perciò, figliolo, non tornare indietro, non fermarti sugli scalini perché ti è faticosa l'ascesa.
Non cadere, adesso; perché io continuo a salire, amore, ancora mi arrampico, e la vita per me non è stata una scala di cristallo.
L.J.HUGHES
Questa poesia l'ha dedicata Sisotto alla sua mamma, la signora Pina. Oggi, senza volerlo, ho aperto il suo blog e l'ho letta. Allora l'ho presa in prestito. Una bella metafora, per noi moderni.
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