martedì 25 dicembre 2007

Natale 2007

Anche questo Natale è passato, direbbe mio nonno che ogni anno ci ricorda, più o meno a quest'ora che la festa è finita.

Questo Natale per me ha avuto un sapore nuovo. Perché sono cambiate tante cose nella mia vita, perché il vento che soffia ha portato cose nuove, ha pulito l'aria. E nel vento, ho incrociato un'altra vita, bella, serena, concreta e coraggiosa. Ha saputo travolgermi l'esistenza. E adesso che cammina con me, non ne posso più fare a meno.

Ieri sera, durante la messa di mezzanotte, don Giovanni ha fatto un po' di auguri sparsi. Principalmente a chi, nella nostra comunità sta vivendo un momento difficile. Durante la sua omelia, Michele è scoppiato a piangere. Perché la sua mamma è morta da poco. Michele è uno scout, è un ragazzo disabile, buono e dolce. Ha perso la sua mamma e quando don Giovanni ha ricordato anche chi non cè più, lui ha pianto. Lacrime come quelle dei bambini, calde e profonde. Perché Michele è come un bambino. E sente forte il dolore della perdita della madre. Tutti lo hanno confortato, abbracciato. Marco, che è il caposcout, lo accarezzava per calmare i singhiozzi che lo scuotevano. Poi è stato il turno di Franco, che ha il papà all'ospedale in coma. Forse non ce la farà. Ha pianto anche lui, come domenica scorsa. Il Natale, la meraviglia del Natale, è che mentre tutti pensano a farsi gli auguri, c'è chi si inginocchia nella sofferenza. Perché è la festa della luce, di una nascita che cambia il mondo. Allora, in questo pomeriggio freddo, con il sole che cala, voglio fare gli auguri e stringere in un abbraccio forte Michele e Franco, il segno di una sofferenza che non può essere dimenticata oggi che è Natale, ma anche nei giorni che verranno. Tanti auguri, con il cuore.

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