venerdì 2 novembre 2007

ma che città è questa?

Accade che una sera una donna rientra a casa dopo un pomeriggio di shopping e viene aggredita, rapinata, stuprata e picchiata fino alla morte. Accade che viene fermato un giovane romeno, 24 anni, col volto sporco di sangue della vittima e sulla faccia e sulla schiena i segni di una difesa disperata da parte della donna mentre veniva picchiata. Accade che nel campo rom arriva la polizia, perquisisce, ferma, arresta, manda via e butta giù baracche. Accade che il dolore di una famiglia, di un marito innamorato, di due genitori anziani e con il cuore spezzato, di fratelli, amici viene strumentalizzato dalla politica di casa nostra, in un balletto di responsabilità che fa venire il voltastomaco. Accuse reciproche, responsabilità scaricate ora a destra ora a sinistra. Accade che il giorno dopo la morte di Giovanna Reggiani, in un parcheggio arriva un raid punitivo: catene, bastoni contro un gruppo di romeni picchiati selvaggiamente. Tutto questo accade a Roma. "La città più sicura del mondo prima dell'entrata della Romania in Europa" tuona Walter Veltroni che fa le prove generali da premier, dopo qualche ora dall'aggressione. "Il 75% dei reati in città sono commessi da romeni", prosegue il Primo cittadino. Intanto, dietro l'Auditorium della Festa del cinema, a pochi passi dagli Studios di Cinecittà ci sono baracche, tuguri, topi, sporcizia e disperazione, raccolte nei campi abusivi di cui Roma è piena. Questo volto "invisibile" di Roma (come lo chiama Peppe Mariani) non deve e non può giustificare la violenza e l'infrazione della legge. Ma ha ragione il pastore valdese Antonio Adamo: "L'Italia per l'immigrazione è stata superficiale. Non si può accogliere e lasciare pooi lungo gli argini del fiume". Ma di chi è la colpa? Di tutti e di nessuno. Cosa si può fare? Il governo ha varato un pacchetto sicurezza, facendo la sua parte. Ma ho l'impressione che la paura dell'altro, del diverso, dell'immigrato sia diventata talmente normale da soffocare il senso di solidarietà e di giustizia verso i disperati.