domenica 4 novembre 2007

cronisti di strada

A volte penso che chi fa il mio mestiere sia un po' deviato. Perché a forza di scrivere, cercare, guardare, trovare notizie, ci si ammala. Perché altrimenti non avrebbe senso lasciare Trastevere e Testaccio sabato sera alle 23 per partire alla volta di Guidonia. Dove, per la cronaca, un ex tiratore scelto dell'esercito italiano si è messo sul balcone di casa e ha sparato ai passanti con una carabina e un fucile da caccia. Per ora ha ucciso solo una persona, un uomo che passava per quella strada per andare al cinema con la moglie e la figlia. Ha visto il fuoco sul balcone (aveva fatto le barricate con taniche di benzina, il capitano Angelo Spagnoli) e si è fermato per avvisare la gente. Lui ha sparato, uno, due tre, fino a 50 colpi. Ha ferito otto persone, una è in fin di vita. Quando siamo arrivati in quella strada umida, fredda, c'erano gli amici di Pino il tatuatore, la vittima. Era ancora steso vicino alla sua macchina, coperto da un lenzuolo. Intorno la scientifica. Una signora ha chiesto: ma perché non sono arrivati i corpi speciali per sparagli? Gli ha risposto un altro: Qua mica è l'America. La cosa più brutta di questo mestiere è vedere, toccare, sollecitare e dover poi descrivere il dolore della gente. Le lacrime, la disperazione, i ricordi. Loro parlano, ti spiegano "quanto era buono Pino, il classico amico che tutti vorrebbero", e tu scrivi. Cerchi di sapere di più, sulla vittima, sulla moglie e sulla figlia. Ascolti, chiedi, registri (a volte si litiga anche con i colleghi, specie quegli arroganti della Rai che ti guardano dall'alto in basso). Poi te ne vai. Quando arrivi a casa, spegni la luce e da sotto le coperte pensi a quello che hai visto, ti vengono i brividi. E poi magari, ti capita come succede sempre a me: sogni feriti, morti. E ti svegli con il cuore in gola. Perché era un sogno, ma i morti li hai visti per davvero.

P.S.: e comunque, visto che ho titolato il post su una cosa di cui non ho fatto che pochi accenni, dico questo: essere un cronista è il più bel mestiere del mondo. Aggiungo una piccola noticina. Ieri sera ero con due amiche/colleghe e un cronista per caso. Ma molto più cosciente di tanti altri (presunti) cronisti di mestiere.

2 commenti:

L'AustraloSisotto ha detto...

Marta, sei veramente brava.
Mi piace come scrivi, molto. Sembra che corri contro le cose che non ti stanno bene mentre scrivi. Non e' solo cronaca. C'e' passione nelle tue parole. Consapevolezza. Coscienza. Tu li vivi i fatti che racconti. Non li cerchi solo per fare lo scoop (come molti giornalisti atteggiati, e non cronisti di strada, che e' molto differente). Adoro questo tuo essere genuina, emotiva, irruenta, sfacciatamente onesta e sincera in ogni parola che usi. A Martozza, mi piace davvero il tuo stile e il modo che hai di fare il tuo mestiere. Si vede che lo ami profondamente. A parte questo, mi manchi pure.
Un baciotto sisotto.
A presto presto.
Siso :)

Marta ha detto...

e tu manchi a me, amico mio fortissimo. a presto, my darling...